Barbagia

Ho vissuto qualche mese in sardegna: non nelle coste, bellissime e invase di turisti, ma in Barbagia. Triangolo Ollolai Ovodda Orgosolo. Terre antichissime, di persone dure e gentili, ospitali e ferme. Di poche parole e grandi fatiche. Di tradizioni antichissime, orgogliosi di una terra isolana mai conquistata, che parlano una lingua incomprensibile. Una natura stupenda, rispettata da sempre, in cui vivono animali straordinari che passeggiano nei boschi per trovare cibo, senza smog e senza neanche spesso i pali della luce.

La ricchezza non si vede neanche da lontano perché i ricchi frequentatori della Costa Smeralda, quassù non si avventurano neanche per una buonissima cena.

Ci sono ancora i pastori, gente che si alza alle due del mattino per andare in campagna, e rientra a sera. Ci sono le casette in campagna mentre una volta erano tuguri dove il pastore dormiva avvolto nel suo mantello e spesso stava via mesi, e forse per questo le donne sarde hanno imparato per prime a farsi capofamiglia in casa, e per prime hanno avuto in italia diritto ad ereditare

Questa pastorizia, che si è adeguata per sopravvivere alle norme europee, vede i formaggi si farsi in campagna, ma in capannoni bianchi come una clinica, e gli stivali di gomma e i camici puliti che neanche la svizzera con un lavoro fatto gran parte a mano. E fuori, ancora, i cavalli che non sono giocattoli, ma amici e compagni di vita per muoversi tra questi boschi e per i giochi e le gare dei giorni di festa. Fuori, ancora, le pecore libere, che rientrano da sole all’imbrunire per essere munte assieme alle mucche piu placide e dai movimenti lenti. A volte te le trovi sdraiate dietro una curva delle strade della barbagia, e preghi che non succeda, perche non è un bell’incontro. Meglio andare piano allora.

Questo mondo fantastico fatto di persone che amano disperatamente la loro terra e il loro durissimo lavoro, resiste miracolosamente tra l’imbecillita delle speculazioni e di molte regole/non regole che non proteggono il loro lavoro antico e rispettoso della madre terra e degli animali che allevano.

Resiste la vita e la dignità in sardegna, in questi paesi che non mollano il lavoro che hanno sempre fatto e tramandato. Alternativa: disoccupazione, qualche impiego pubblico, e una vita nei troppi bar del paese, a far crescere rabbia e frustrazione. Ecco prima di dire frasi come : i pastori li fanno mica morire di vecchiaia gli agnelli, bisognerebbe forse capire cosa è la realta dei pastori, ultimo resto di società a misura d’uomo. E perché non potrebbero morire di vecchiaia, come piacerebbe magari a noi, gente vissuta in città che la carne la troviamo nella plastica al supermercato, senza sapere da dove viene, magari da allevamenti intensivi dove le bestie mangiano mangimi e disperazione, vivono nel loro letame e forse muoiono felici perché smettono di soffrire. Io credo che abbiamo diritto di mangiare carne, come lo ha una leonessa. Nel ciclo delle vite e l’ho visto in Africa, vita mangia vita. Ma non abbiamo diritto di far soffrire gli animali prima di mangiarli. Ne siamo puniti, infatti. Mangiamo proteine e rabbia, proteine e dolore. E questo ci fa male. Ma la pastorizia non maltratta gli animali. Ne uccide alcuni e li mangia, ma vive una vita con loro, ne risponde della salute e dare a un pastore dell’assassino è una cosa ignorante e sciocca che non conosce le differenze. Che in effetti, sono difficili da immaginare, da lontano.

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