La porta a San Gallo

 

La Porta a San Gallo, che oggi svetta solitaria e malinconica in quel di Piazza Libertà, è una delle porte più antiche costruite a Firenze.
Fu Arnolfo di Cambio ad approntarne il disegno, sulla base del quale venne costruita nel 1284.
Venne costruita per volere del Capitano di parte Guelfa, Rolandino da Canossa, come documentato dalla targa apposta sulla porta, e faceva parte dell’ultima cerchia di mura.
Era detta anche Porta Bolognese, poiché si apriva in direzione di Bologna. La sua grande apertura centrale consentiva il passaggio di carri, carrozze e barrocci, attraverso un ponte levatoio. Esistevano anche due porte laterali, che venivano utilizzate quando il grande portone era chiuso, cosa che avveniva regolarmente ogni notte e durante gli assedi.
Durante l’assedio del 1529 venne scapitozzata e murata, aprendo una postierla poco lontano; cessata la guerra venne riaperta ma nel 1551 venne ancora murata per volere di Cosimo I; venne definitivamente riaperta nel 1661, in occasione delle nozze di Cosimo III con Margherita d’Orleans.
All’interno dell’arcata si può notare una lunetta con un affresco del Cinquecento, attribuito a Michele di Ridolfo del Ghirlandaio che raffigura la Madonna col Bambino e i Santi Giovanni Battista, Damiano e Cosimo.
Sulla facciata esterna, come in tutte le porte fiorentine, si trovavano due tabernacoli col le statue dei leoni di parte Guelfa, che ancora oggi esistono.
Non sono sopravvissute invece altre statue che ornavano la porta.
Si trattava di sei statue della metà del Trecento scolpite da Paolo di Giovanni, che raffiguravano la Madonna, Gesù, San Giovanni Battista, Santa Reparata, San Pietro e San Lorenzo, sparite.
Vi era inoltre, a sorvegliare la porta, la statua di Dante, anch’essa scomparsa.
Ogni porta infatti era vigilata dalla statua di un grande fiorentino.
Il nome di Porta San Gallo le deriva da una chiesa ed un ospedale del 1218, che si trovavano poco fuori le mura.
Si trattava di edifici costruiti da Guidalotto di Volto dell’Orco e da sua moglie Bernardesca, per accogliere i viandanti che arrivavano a Firenze malati o sfiniti da viaggi lunghi anche centinaia di chilometri.
Sia l’ospedale che la chiesa vennero abbattuti nel 1529 prima dell’arrivo dell’esercito di Carlo V.
Di tutto questo è rimasto soltanto un tabernacolo, il cosiddetto tabernacolo della “Madonna della Tosse”, che era venerata come protettrice dei bambini colpiti da pertosse. Una volta finito l’assedio attorno al tabernacolo venne costruita la chiesa della Madonna della Tosse, ancora oggi esistente.
Porta San Gallo ebbe un pregevole antiporto, ed era bagnata dall’acqua del Mugnone, fin quando non venne costruita la Fortezza da Basso ed il corso del torrente venne deviato.
All’esterno della Porta San Gallo esistevano le ghiacciaie, esposte per buona parte dell’anno al vento di tramontana. Le “diacciaie”, come venivano chiamate dai fiorentini, erano costruzioni in muratura interrate nei fossati all’ombra delle mura. Erano di forma conica, e venivano affondate nel terreno dalla parte della punta ed erano chiuse da un tetto a forma di cupola, quasi sempre in legno e paglia per favorire la circolazione dell’aria. Erano dei grandi depositi di ghiaccio e neve, accumulati durante l’inverno, che permettevano nella stagione estiva di mantenere freschi alimenti e bevande.
All’interno della Porta San Gallo si trovavano i locali delle guardie del dazio, di epoca molto più recente rispetto alla porta, del 1817, e vi era inoltre l’oratorio della Confraternita di San Rocco, che venne abbattuto assieme alle mura nel 1865.
Porta San Gallo perse in quell’occasione, oltre alle mura, l’avamporto ed il ponte levatoio, restando isolata ed inerme al centro di piazza Libertà.

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