Le Confraternite di giovani e le buche degli adulti a Firenze

Nella seconda metà del Quattrocento esistevano a Firenze nove confraternite per giovani uomini d’età dai 13 ai 24 anni. La prima, quella dell’Arcangelo Raffaello, detta anche della Scala o della Natività, era stata fondata nel 1411 da un battiloro di cui non si conosce il nome.
Nel 1427 questa si divise in due, dando origine alla Compagnia della Purificazione della Vergine Maria e di San Zanobi, detta anche Compagnia di San Marco, dal nome del convento che la ospitava. Nello stesso anno si stabiliva a Firenze quella di San Giovanni Evangelista. Questa divenne una delle più importanti confraternite di giovani a Firenze nel Quattrocento, in gran parte perché la famiglia Medici era coinvolta in questo sodalizio: i due figli minori di Lorenzo il Magnifico, Giovanni (futuro papa Leone X) e Giuliano (poi duca di Nemours), vi erano iscritti e vi partecipavano attivamente e Lorenzo stesso componeva per questo gruppo la sua ultima opera letteraria, la Sacra rappresentazione di San Giovanni e Paolo, rappresentata all’aperto nel prato della compagnia il 17 febbraio 1491 sotto la direzione del figlio Giuliano.
A queste prime compagnie di giovani si aggiunsero in pochi anni quelle di San Niccolò di Bari detta del Ceppo, di Sant’Antonio da Padova, di San Bernardino, di Santa Brigida, di Sant’Alberto e di San Bastiano.
Alla fine del Quattrocento erano in tutto nove.
Lo scopo principale delle compagnie era quello di istruire i giovani nella dottrina cristiana.
Tra le varie attività svolte a questo scopo, vi erano prima di tutto le “tornate”, cioè le riunioni nelle quali i giovani seguivano un programma devozionale stabilito e descritto nei Capitoli, i quali erano a loro volta approvati dall’arcivescovo stesso.
I giovani si riunivano tre volte ogni domenica ed ogni festa comandata: la mattina per l’Ufficio della Vergine e la Santa Messa, il pomeriggio per il Vespro e la sera per il Mattutino.
I sermoni nelle compagnie si inserivano in questo programma devozionale, secondo una pratica ben stabilita dagli statuti.
Nelle tornate della mattina, era il Padre Correttore, cioè il prete assunto dalla compagnia per recitare la Santa Messa, che faceva la predica; i sermoni recitati dai confratelli si inserivano invece nel programma pomeridiano, dopo il Vespro, e a volte in quello serale, dopo il Mattutino.
Parte di questi sermoni sono pervenuti fino a noi e sono conservati negli archivi della biblioteca Riccardiana e della Nazionale. Sono solo una piccolissima parte dei sermoni scritti all’epoca: se si pensa che nelle nove compagnie di giovani i confratelli recitavano sermoni, se non ogni domenica, certamente ogni Giovedì e Venerdì Santo e poi anche nelle feste principali, ci si rende conto di quanti ne furono composti nel corso del Quattrocento!
La lezione e l’esercizio che si cercavano di impartire ai giovani consistevano non solo nella recitazione ma anche nella composizione del testo. L’unico adulto a recitare sermoni ai confratelli era di solito il Padre Correttore e generalmente lo faceva nel corso della Messa della tornata della mattina. Qualche rara volta un ospite in visita alla compagnia recitava qualcosa.
Agnolo Poliziano compose almeno quattro sermoni per queste compagnie; il 30 luglio 1474 si iscrisse alla Buca di San Paolo.
Le “buche” erano confraternite di adulti che si incontravano il sabato sera e nelle quali si praticava tra l’altro il pernottamento e la flagellazione. Erano confraternite di rigorosa devozione, segretissime, e molto ristrette, tanto che in tutta Firenze ne furono autorizzate solo cinque: la Buca di San Paolo; quella di Sant’Antonio Abate (o Buca dei Pinti); quella di Santa Maria della Pietà detta Buca di San Girolamo; quella di San Girolamo Oltrarno; e quella di San Jacopo Oltrarno.
I documenti della Buca di San Paolo rivelano che Lorenzo de’ Medici era allora membro e partecipava attivamente alle devozioni e all’amministrazione del sodalizio, al quale erano iscritti, per di più, anche un numero rilevante di simpatizzanti medicei. Entrando a far parte della buca, il Poliziano, a quel tempo residente in casa Medici, si inseriva quindi in un gruppo religioso laicale di rigorosa devozione penitenziale, ma anche con stretti legami con la famiglia dominante e importanti componenti politiche.
Nella Firenze del Quattrocento ciascuna di queste buche era associata ad una confraternita di giovani. Entrambe, la buca e la compagnia, usufruivano dello stesso oratorio, gli adulti della buca durante la tornata del sabato sera, i giovani della compagnia il giorno della domenica.
La Buca di San Paolo era associata alla Compagnia di San Giovanni Evangelista, alla quale erano iscritti i due figli minori di Lorenzo de’ Medici, Giovanni e Giuliano.
Se ci fermiamo a considerare che i figli del Magnifico facevano parte della compagnia di giovani mentre il padre e il precettore facevano parte della buca degli adulti, vediamo quanto siano strette e profonde le connessioni tra Poliziano e i Medici.

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