Storie romane de na vorta

GHETANACCIO

Siamo nel periodo della Roma vissuta e interpretata magistralmente dal nostro Alberto Sordi nel ” il Marchese del Grillo “

dove il potere temporale era condiviso dalla nobiltà e dove troviamo il nostro personaggio…Ghetanaccio, il Burattinaio più famoso di Roma.

Gaetano Santangelo, detto Ghetanaccio in romanesco o Gaetanaccio in italiano (Roma, 1782 – Roma, 26 giugno 1832), fu un famoso burattinaio romano anzi il più grande burattinaio Romano.

Nacque nei pressi della basilica di San Pietro, nel rione Borgo, nel 1782, di modesta condizione s’industriò, per sbarcare il lunario, a fare il burattinaio ambulante, trasportando sulle spalle il suo castello ovvero un gabbiotto di legno che trascinava in giro per la città e che all’occorrenza copriva con un drappo per allestire il teatrino per le vie, le piazze e all’interno dei palazzi della nobiltà romana, ove a volte era chiamato per rallegrare feste e banchetti.

Spesso e volentieri la sua satira pungente gli procuro’ parecchi problemi con la nobiltà stessa, dandogli modo di visitare più volte le carceri.

Sono tantissime le sue rappresentazioni irriverenti nei confronti di nobiltà e clero, il suo personaggio principale era Rugantino tipica maschera Romanesca che, nonostante fosse già conosciuta da tempo, deve proprio al nostro Ghetanaccio la sua piu’ alta notorietà. Tuttavia egli non disdiceva interpretare altri personaggi tra cui cito ad esempio Pulcinella. Tra i tanti aneddoti di cui fu artefice ne voglio riportare qui di seguito alcuni tra i più significativi:

Una volta durante la ricorrenza del Carnevale fu invitato a palazzo

dall’Ambasciatore di Francia il quale conoscendolo si premuro’ di raccomandargli di non esagerare con la satira e sopratutto di non fare “rumori con la bocca”(Erano famose le sue pernacchie rumorosissime).

Con la solita prontezza Ghetanaccio gli rispose di stare tranquillo e che al limite e col suo permesso ne avrebbe fatta una sola “di pernacchia”. L’Ambasciatore acconsentì.

Iniziò lo spettacolo, il salone dell’Ambasciatore era pieno di cardinali, prelati, nobili, principi ecc. Ghetanaccio impersonando Pulcinella con la sua satira pungente stava dando il meglio di se quando all’improvviso il banditore di gala in gran livrea bianca, dopo un grande inchino e con voce squillante annuncia l’entrata in sala di:

– Sua eccellenza l’ambasciatore di Francia! Ma non riesce a finire di dire l’ultima parola che… parte una pernacchia tale da rintronare tutti i vetri del salone. A questo punto possiamo chiaramente immaginare la stizza dell’Ambasciatore, che sobbalzo’ e tutto infuriato così apostrofò Ghetanaccio:

-Mascalzone!..Questa è la promessa?!…

Ghetanaccio allora candidamente rispose: -Scusi eccellenza, ma eravamo d’accordo che ‘na pernacchia la potevo fà…

L’Ambasciatore allora: -Ma proprio in quel momento ?

Ghetanaccio prontamente : beh! però ce stava bene.

Un altro simpatico aneddoto degno di nota è quello in cui il suo Purcinella domannava a Rugantino: Dimme un po’ Rugantì’, ma pperchè li signori danno a bbalia li fiji?/ Per imparaje da regazzini a ssucchià’ er sangue de la povera ggente.

Purtroppo oltre i tanti problemi che gli creavano le sue rappresentazioni satiriche, ci si mise anche PAPA LEONE XII che nel 1825, in occasione dell’Anno Santo, proibì ogni spettacolo e anche Ghetanaccio fu costretto a sospendere le rappresentazioni, sua unica fonte di guadagno, finché, privo dell’indispensabile, si ridusse a chiedere l’elemosina, peggiorando la sua già precaria salute negli anni seguenti.

Morì nel 1832, malato di tubercolosi, nell’Ospedale di Santo Spirito all’età di circa cinquant’anni.

Giggi Zanazzo, studioso delle tradizioni e del folklore romano lo descrisse cosi:

“Era un celebre burattinaro; arto, palido, vestito cor un sacchetto de cottonina e con un baretto co’ la visiera che je copriva la capoccia: e una fame, poveraccio, che se

la vedeva coll’occhi”.

Filippo Chiappini, poeta e lessicografo romanesco invece così lo descrisse:

“Egli fu di complessione piuttosto gracile, non ebbe un pelo sul viso, e sulle sue

gote mai non apparvero i colori della salute; fin dalla sua gioventù cominciò ad essere tossicoloso e questo malanno con l’andare del tempo gli si andò sempre aumentando, talmente che alcune volte gl’impediva affatto di vociferare. Ciò nonostante, egli si strascinava per la città col suo casotto sulle spalle anche in mezzo ai rigori dell’inverno, poiché senza ciò sarebbe mancato il pane alla sua famiglia”.

La figura di Ghetanaccio ha ispirato la realizzazione di varie opere teatrali incentrate su di lui, particolarmente caro fu a Ettore Petrolini, che lo “recitava ogni stagione, come una commemorazione rituale”. Nel 1978, una commedia musicale, la Commedia di Gaetanaccio, scritta da Luigi Magni, diretta e interpretata da Gigi Proietti, è stata rappresentata al Teatro Brancaccio di Roma.

Una vita modesta, umile, dignitosa e sfortunata che ha lasciato a tutti noi un grande insegnamento.

Oggi forse sarebbe stato un collega e amico dei grandi SORDI e PROIETTI, una cosa è certa da lui hanno appreso.

Forse solo Roma ha potuto creare e far nascere dalla sua scenografia teatrale un grande personaggio come il nostro Ghetanaccio.